domenica 11 novembre 2007

Libertà

“Sta diventando buio!” Stiamo già tornando indietro ma abbiamo calcolato male i tempi… “Affrettiamo il passo!” Mi accorgo che in me c’è perfetta tranquillità; non sono assolutamente preoccupata nonostante ci troviamo in aperta campagna alle sei di sera e il sole ormai è sparito dietro alle piante da oltre mezz’ora… Sono perfettamente a mio agio, alzo gli occhi al cielo: già si vedono le stelle; lascio scorrere lo sguardo all’orizzonte, sulla cima degli alberi ancora la luce del sole ormai tiepida e sulla pelle l’aria inizia a farsi pungente. Inspiro profondamente l’odore selvatico che pervade anche le mie emozioni. Il mondo mi appartiene anche se sono solo una minuscola creatura, mi sento sicura anche se sono completamente vulnerabile; sono in un luogo pressoché sconosciuto ma mi sento a casa mia, come se l’intero universo fosse al tempo stesso per me immenso e sconosciuto, eppure intimamente accogliente e ospitale. E cammino sul sentiero ormai buio mugugnando delicate melodie, lasciandomi trasportare da questa sensazione, assaporando la libertà.

giovedì 1 novembre 2007

Un controllore

In stazione fa freddo e tira un’aria gelida che entra nelle ossa; guardo l’orologio: 6.40, il treno arriva quasi puntuale portando con se, oltre ai passeggeri assonnati nel suo ventre, un carico di vento freddo e sporco che preannuncia l’andamento del viaggio fino a Milano. Saliamo e finalmente godiamo di un tepore quasi confortante che ci fa dimenticare delle pessime condizioni della carrozza. È ancora buio ma le nostre speranze di un breve pisolino si infrangono di fronte alla realtà di vagone ricolmo di gente. Ma stamattina è differente; il controllore sgombera uno dei sedili riservati a lui e alla sua roba facendoci spazio e invitandoci a sedere. Ci guardiamo increduli visti il sorriso e la gentilezza di quell’uomo ringraziandolo di cuore, ma siamo in tre in piedi e discutiamo per offrirci a vicenda quel posto privilegiato: “siediti tu!” “ma no dai vai tu!”…. Il controllore ci guarda e scherzoso ci dice “Adesso non litigate per chi lo debba occupare” e toglie la sua roba anche dall’altro sedile sempre ben disposto nei nostri confronti per ritirarsi nella cabina del conducente. Ci guardiamo tra di noi sbigottiti: mai ci era capitato in due anni di trovare un controllore così cordiale, e tanto meno una persona così educata e benevola a quest’ora del mattino. Torna qualche minuto dopo chiedendoci dove andiamo così presto; rispondiamo che stiamo andando a Milano all’università, lui ci guarda sorridente e partecipe della nostra fatica ci dice: “Dovrebbero darvi la laurea solo per l’impegno che ci mettete…”. Scambiamo altre chiacchiere con lui fino al nostro cambio a Novara; prima di scendere lo salutiamo cordialmente con serenità nel cuore. Tornati al freddo di una stazione sulla banchina aspettando il secondo treno della nostra giornata, che ovviamente è in ritardo, dico a Marcello:
“Ti rendi conto? Un controllore umano!!!!”
Notando la differenza di quell'uomo rispetto agli altri membri della sua categoria purtroppo spesso sgarbati e notoriamente non troppo ben disposti nei confronti dei viaggiatori specialmente nei viaggi mattutini...
E lui:
“è difettoso… non ti preoccupare che domani lo cambiano…”