martedì 29 gennaio 2008

Al Cern...

La visita al Cern è stata molto interessante, e mi ha dato un sacco di spunti di riflessione, a prescindere dalle stupende teorie fisiche e matematiche che ci permetteranno forse un giorno di capire ciò che ci circonda.
Quello che mi ha stupita di più, credo siano state le dimensioni dell’esperimento Atlas, che ad altro non serve che rilevare particelle di dimensioni infinitesime: cosa abbiamo dovuto costruire per capirne un po’ di più? Siamo arrivati ad apparecchi di migliaia di tonnellate: macchinari di centinaia di metri per cercare di dare una sbirciatina nell’infinitamente piccolo… E questo non ha potuto che far nascere un pensiero nella mia mente: quanto è piccolo l’uomo rispetto alle particelle elementari!
Detto così sembra un paradosso, ma solo per chi non si è trovato in quel tunnel e in quella caverna, davanti a uno degli esperimenti di punta del genere umano: ancora oggi la natura rimane un mistero e scoprire qualcosa di più richiede sempre più spese di energie; per un attimo mi sono chiesta se ne valesse davvero la pena, ma forse non è una domanda lecita: forse occorre chiedersi cosa stiamo cercando davvero?
Un commento anonimo al mio ultimo post affermava:

“Dopo tutte queste belle scoperte che verranno fatte rimarranno ancora delle domande: ad opera di chi? per quale scopo io sono qui? ...”

Credo che in fondo sia la domanda che ci portiamo dentro tutti; ognuno a modo suo cerca di rispondere come può, e se da un lato è importante per l’umanità scoprire le origini dell’universo, all’uomo questo non basta, e addirittura pare non aggiungere assolutamente niente alla ricerca di senso che ognuno ha nel cuore.
La scienza affascina: come non rimanere a bocca aperta di fronte alle scoperte fatte finora o alle speranze per il futuro di sapere cosa è successo durante il Big Bang… e se da un lato sembra trasformare tutto in una fredda sequenza di causa ed effetto, dall’altro permette l’apertura al mistero nello stupore di chi osserva con attenzione una meraviglia che non gli appartiene, che non è in grado di riprodurre nemmeno nelle sue parti infinitesime, che addirittura non riesce nemmeno a comprendere appieno. La domanda successiva, davanti a questa contemplazione è proprio: “ad opera di chi?”
Possiamo accontentarci di scoprire che nel Big Bang si siano formate materia e antimateria e che le particelle simmetriche si siano annichilate negli istanti successivi? Perché allora non è sparito tutto nel nulla da cui arrivava? Possiamo accontentarci di affermare che per un motivo del tutto casuale c’è stata una sovrabbondanza della materia ed è per questo che noi oggi esistiamo? Una probabilità un po’ troppo bassa per essere lasciata al caso…

Ma ammettiamo che per caso il nulla abbia deciso di esplodere, per caso una forza più piccola della cosiddetta “forza debole” abbia fatto in modo che per caso ci fosse una sovrabbondanza di materia che non ha potuto annichilare e sparire insieme alla sua corrispettiva antimateria; per caso altre forze (che noi chiamiamo fondamentali) hanno permesso la formazione della materia a partire dalle particelle elementari; per caso questa materia ha formato stelle e pianeti: una infinità di galassie e ammassi stellari, e per caso in un angolo sperduto e infinitamente piccolo del cosmo un pianeta che abbiamo chiamato Terra, si trova a gravitare con altri attorno ad una stella, il Sole. Per caso si trova alla distanza giusta questa stella che per caso ha le dimensioni e il calore perfette per permettere al pianeta di accogliere la vita… la vita… per caso???

La scienza si ferma qui! Ed è giusto che non tenti di andare oltre: non ha e non avrà mai gli strumenti per farlo. Può accompagnare al confine, e dare un pizzico di soddisfazione alla nostra sete e alla nostra ricerca, ma non riuscirà mai a placarla del tutto. Da qui in poi nessuno è esente dal dovere di cercare: tutti i parametri scientifici non funzionano più; non vale nemmeno più la prova sperimentale; non valgono, se non in una piccolissima parte, neanche le ricerche degli altri; ognuno è chiamato in causa per partecipare attivamente a questa ricerca del tutto particolare, in grado di dare davvero un senso alla propria esistenza. Cosa o Chi attende di essere trovato sarà davvero la scoperta più importante della storia umana, perché è alla base della propria storia, della propria vita; e sarà la risposta alla domanda di ogni scienziato, di ogni ricercatore, di ogni uomo: “per quale scopo io sono qui?”

lunedì 28 gennaio 2008

ATLAS & LHC (Cern)




l’ LHC (Large Hadron Collider) è l’apparato più famoso e imponente del Cern. Un anello di 27 km di diametro, collocato a 100 m di profondità tra la Svizzera e la Francia, all’interno del quale verranno accelerati protoni, che si scontreranno tra di loro ad una velocità quasi pari a quella della luce, per studiare le loro interazioni. I protoni saranno sparati l’uno contro l’altro con una energia di 7+7 Tev (=14 mila miliardi di elettronvolt) con campi magnetici di 10 Tesla (200 volte il campo magnetico terrestre).I protoni,lanciati a tutta velocità, si scontreranno al ritmo di 1 miliardo di collisioni al secondo; a rilevare i detriti, di dimensioni infinitesime, ci saranno 4 apparecchi, ognuno dei quali contiene più ferro della Torre Eiffel.Saranno 1.700 magneti superconduttori guidare i protoni nella loro orbita circolare, e la precisione nel collocare questi monoliti, lunghi 10 metri e pesanti 30 tonnellate, raffreddati ad appena 2 gradi al di sopra dello zero assoluto, deve essere massima: solo un errore di 1/10 di millimetro è tollerato. Per elaborare la mole di dati provenienti dal sottosuolo, sarà necessaria la collaborazione di 12 centri di calcolo in tutto il mondo, capaci di riempire un DVD ogni 5 secondi.
ATLAS è un vero e proprio gigante: 44 metri di altezza per 22 m di diametro per un totale di circa 7000 tonnellate di peso. È uno dei macchinari di punta della ricerca mondiale: entrerà in funzione in primavera e permetterà di rilevare dati riguardanti l’interazione protone-protone all’interno di LHC. I fasci di protoni si scontreranno proprio in ATLAS grazie al quale sarà possibile ottenere dati finora inimmaginabili che lasciano spazio anche ad un po’ di fantascienza.
Dalle collisioni si sprigioneranno energie simili a quelle delle stelle, tanto grandi da simulare ciò che avvenne un miliardesimo di secondo dopo il Big Bang e trasformare i fisici in una sorta di archeologi del cosmo: gli esperimenti permetteranno di conoscere le caratteristiche che la materia aveva subito dopo il Big Bang
Due sono i misteri principali cui la gigantesca macchina dovrebbe dare risposta: trovare e studiare una particella teorizzata dalla fisica, ma finora sempre sfuggita alla caccia dei ricercatori, dalla quale si pensa dipenda la massa di tutte le altre particelle (bosone di Higgs). E capire la natura della Materia Oscura, della quale è composta buona parte dell'Universo (ce lo confermano i calcoli) ma di cui non si conosce nulla di concreto.
Atlas si occuperà anche della produzione e, soprattutto, dello studio dei modi di decadimento del quark top, della ricerca di particelle "supersimmetriche" ed eventuali segnali di fisica oltre il Modello Standard (nuovi bosoni vettori, struttura interna di quark e leptoni, leptoquarks, etc….).

martedì 15 gennaio 2008

Scelta


Finalmente fuori dalla stretta dell’angoscia, come usciti dal collo stretto di un imbuto, incanalati già in una decisione consapevole, pronti a farsi trasportare fiduciosi in questa nuova via, e tutto si schiarisce, e si ridimensiona nelle sue giuste proporzioni: la luce illumina ora tutte le ombre e l’ignoto non fa più paura, ma si riaccende la speranza, anche se non è sparito il rischio del salto nel vuoto che abbiamo dovuto fare. Il mondo non ti ha dato una mano: ognuno ha dato il proprio preziosissimo e indispensabile parere confondendo ancora di più la mente, scombinando anche le fragili certezze alle quali ti aggrappavi. Ma ad un tratto tutto è stato chiaro: dopo la decisione; quasi ti stupisci di come fosse possibile non vedere il traguardo da dove ti trovavi, in fin dei conti avevi già nelle tue stesse mani ogni risposta. E la serenità torna a illuminare il volto ora pieno della determinazione e della sicurezza di chi prende la propria vita nelle mani per giocarla fino in fondo come protagonista.

venerdì 11 gennaio 2008

Indecisione

Porta in se la grande sete di riuscita ma fa pregustare l’amarezza del fallimento; così vivida l’immagine della caduta che sembra non esserci nemmeno più una scelta vincente. Consuma dall’interno e preme mettendoti alle strette; pone cupe nubi su tutti i pensieri nascenti e soffoca il desiderio di novità. Paure, angosce, preoccupazioni appesantiscono il cuore e lo chiudono in se stesso, rendendolo incapace di percepire la luce che porta chiarezza illuminando la scelta per renderla consapevole e matura.

giovedì 10 gennaio 2008

Guarda!!!

Vedo una bellezza nuova, sconosciuta, e cerco di additarla al mio vicino perché possa goderne anche lui, odo armonia, respiro novità, tocco freschezza e gusto dolcezza, ma lui vede solo povertà, ode note stridenti e chiama tutto ciò “vecchio”, “superato” pur non sapendo di che parla; non percepisce il suo sollievo e la sua bocca non sente alcun sapore. Mi invade un grande dispiacere; non per la sua incomprensione, ma di compassione nei suoi confronti perché non riesce a godere di quello che io vedo.