mercoledì 28 maggio 2008

Tornare

Tornare da un viaggio è apparentemente più semplice che partire; dovrebbe essere il rientro in uno stato di sicurezza, una quotidianità che ci appartiene, ma paradossalmente è ancor più faticoso che decidere di andare. Non ti senti del tutto a tuo agio: passeggi per il paese e non capisci cosa non vada, ti guardi attorno fischiettando, assaporando l'aria fresca e il sole sul viso... la gente al bordo della strada ti guarda incuriosita "Chissà cosa stanno pensando?" ma ti sta stretto questo pensiero e te ne liberi in fretta, scrollandotelo di dosso come fosse il bozzolo di una crisalide: non ti permette di volare alto...

Vorresti ancora quella libertà: vivere di ciò che è essenziale, pensare con limpido ottimismo al mondo, gustare la semplicità di ciò che è autentico. Tutto quello che ti limita in tal senso è un peso fastidioso col quale devi imparare a convivere, perchè la fuga non è ammessa, nè ora nè mai. Neanche nel cammino puoi dire di essere stata al riparo da tutto questo, ma ti è stata concessa qualche boccata d'aria: momenti in cui hai potuto essere veramente te stessa fino in fondo; in piena libertà.

Ti chiedi se sia possibile che sia già cambiato qualcosa dalla tua partenza... ma ti accorgi che è proprio tutto come prima; quella diversa sei tu: Straniera nel proprio paese, estranea a questa quotidianità, aliena ad una realtà che non ti appartiene.

martedì 27 maggio 2008

Il valore del vero

Preferisco la peggiore verità alla migliore bugia.
La bugia può illuderti con dolcezza, ma non ha valore: solo la verità è reale e questo basta.

giovedì 1 maggio 2008

Partire

Partire è anzitutto uscire da sé. Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro "io". Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita. Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l'importanza di questo nostro mondo l'umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche. Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore. E' possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni. Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino. Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l'arrivo, lo sbarco. Ma c'è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto e umano.

(Helder Camara, Camminiamo la speranza)