venerdì 14 maggio 2010

Passio Christi, passio hominis

Questo è lo "slogan" dell'esposizione della sindone a Torino quest'anno... ho avuto l'occasione di portarci dei bimbi di 8 anni; erano meravigliati!
Quello che ha meravigliato me, è stata una frase uscita dalla bocca di una di loro; stavamo avanzando lentamente in coda per entrare, e il percorso prevedeva la visione di alcune immagini artistiche che ritraggono scene della Passione. Davanti ad una foto del sacro monte di Varallo che ritraeva Gesù presentato alla folla dopo essere stato flagellato, coperto di ferite... una bimba sgrana gli occhi e mi chiede: "ma non l'hanno fasciato?"
Come spiegarle che erano stati proprio loro a massacrarlo in quel modo, e che di lì a poco lo avrebbero inchiodato su una croce finchè non fosse morto?
Era per lei inconcepibile che degli esseri umani guardassero un altro essere umano ferito e "triste" (come lo ha definito in un altra immagine) e non accorressero per medicarlo come è sempre stato fatto a lei quando solo si sbuccia le ginocchia; e ancora più impensabile, tanto da rimuoverlo del tutto dalla mente, che degli esseri umani potessero aver provocato volontariamente quelle ferite, quasi che quella gente si trovasse di fronte Gesù sanguinante senza sapere da dove arrivava.
E nel candore di una domanda premurosa (sembrava quasi volerlo riempire di cerotti lei stessa), passo col pensiero dalla passio Christi, alla passio hominis, chiedendomi quanta gente oggi sta davanti alla folla, sanguinante magari non da ferite da flagello, ma con ferite più "nascoste", che non si vedono solo con gli occhi...
Allora anche per loro lei oggi chiedeva: "Ma non li hanno fasciati?" "Non si sono presi cura di loro? Com'è che nessuno corre per tamponare le loro ferite?"
Non possiamo rimanere indifferenti alle sofferenze di chi ci sta accanto; anche una bambina di 8 anni lo capisce: è necessaria quella premura affettuosa che ci spinga a fasciare loro le ferite lasciandoci coinvolgere nel dolore delle loro sofferenze.

lunedì 3 maggio 2010

Si è sempre fatto così

Abbiamo sempre acceso il fuoco sfregando due pietre...
Abbiamo sempre usato i buoi per tirare l'aratro...
Abbiamo sempre e solo usato i piedi e il cavallo per viaggiare...
Abbiamo sempre scritto con le penne d'oca...

... perchè cambiare?

Per cambiare le cose ci vuole coraggio, bisogna uscire dagli schemi, essere disposti a lasciare le proprie abitudini per non adagiarsi su di esse, per non nascondersi dietro di esse... bisogna esporsi al rischio... ma se vogliamo davvero fare qualcosa non abbiamo alternative, o rischiamo di stare al ciglio di una storia che va avanti imperterrita con o senza di noi...