mercoledì 28 maggio 2008

Tornare

Tornare da un viaggio è apparentemente più semplice che partire; dovrebbe essere il rientro in uno stato di sicurezza, una quotidianità che ci appartiene, ma paradossalmente è ancor più faticoso che decidere di andare. Non ti senti del tutto a tuo agio: passeggi per il paese e non capisci cosa non vada, ti guardi attorno fischiettando, assaporando l'aria fresca e il sole sul viso... la gente al bordo della strada ti guarda incuriosita "Chissà cosa stanno pensando?" ma ti sta stretto questo pensiero e te ne liberi in fretta, scrollandotelo di dosso come fosse il bozzolo di una crisalide: non ti permette di volare alto...

Vorresti ancora quella libertà: vivere di ciò che è essenziale, pensare con limpido ottimismo al mondo, gustare la semplicità di ciò che è autentico. Tutto quello che ti limita in tal senso è un peso fastidioso col quale devi imparare a convivere, perchè la fuga non è ammessa, nè ora nè mai. Neanche nel cammino puoi dire di essere stata al riparo da tutto questo, ma ti è stata concessa qualche boccata d'aria: momenti in cui hai potuto essere veramente te stessa fino in fondo; in piena libertà.

Ti chiedi se sia possibile che sia già cambiato qualcosa dalla tua partenza... ma ti accorgi che è proprio tutto come prima; quella diversa sei tu: Straniera nel proprio paese, estranea a questa quotidianità, aliena ad una realtà che non ti appartiene.

1 commento:

Unknown ha detto...

C'è sempre e comunque uno spazio di libertà che nessuno ti può rubare... è il tuo cuore... solo tu puoi permettere a qualche privilegiato di potervi accedere perchè sai che solo quella persona potrà vederti realmente per quello che sei senza travisare la realtà più profonda di te stesso!