domenica 13 luglio 2008

Basta lamentarsi!

Basta! Basta! Basta!
Ad un tratto ti accorgi davvero di quanto sia inutile lamentarsi; inutile perchè appesantisce te e tutti quelli che ti stanno intorno, inutile perchè le cose non le cambi e non migliori di sicuro la tua situazione. Non ho bisogno delle vaghe comprensioni di chi si sorbisce volente o nolente le mie lagne, e neanche di trastullarmi mantenendo vivo un passato che non è già più. Ma la soluzione non è smettere di parlarne per risparmiare il prossimo (espediente comunque positivo, indubbiamente), ma decidersi a lasciare andare quello che è successo al fiume inesorabile del tempo per non rischiare di soccombere alla sua forza trascinatrice. Quello è il difficile; non evitare di esporre le proprie lamentele illudendosi così di crescere e divenire in grado di sopportare dentro di se sgarbi di vario genere, ma liberare il cuore da un peso inutile che fa da zavorra. Tenersi dentro tutto è deleterio: cresce esponenzialmente, a dismisura, diventando qualcosa che non è, prendendosi un valore che non merita, e prima o poi scoppi, così scade anche il tuo buon proposito di non lamentarsi... la parola d'ordine invece deve essere lasciare andare; lasciare! Se non hai nulla da rimproverarti, lascia tutto alle spalle; se hai sbagliato qualcosa, anche! Prima di farlo abbi solo l'accortezza di cogliere l'insegnamento ricevuto. Poi basta, dimentica, lascia che sedimenti, in modo che piccoli moti interiori non abbiano la possibilità di risollevare tutto di nuovo, o meglio ancora lascialo dietro di te, non per dimenticarlo e toglierlo dalla tua storia, ma per essere libero di continuare; con il cuore libero per ciò che conta davvero.

venerdì 11 luglio 2008

Oggi

Oggi voglio stare nell'oggi; lasciare che ieri rimanga di ieri e che domani ancora non sia, fino a domani.

lunedì 7 luglio 2008

Matriosca infinita?

Come in una matriosca stregata, apro inquietanti bamboline dal sorriso stampato cercando una fine che non sembra esistere. Come se la serenità recuperata sempre più faticosamente fosse la chiave, inesorabilmente compromessa, che senza cercare il mio consenso apre la successiva.

domenica 6 luglio 2008

Una via d'uscita?

Una lotta contro il tempo, che sembra non passare mai, eppure ti scorre via tra le mani inesorabilmente, lasciandoti con un nulla di fatto. Quasi ne perdi la cognizione e ti sembra di buttarne via a palate. Tempo perso o tempo speso? Non riesco a decidermi... perchè è così importante per me saperlo? Tempo prezioso forse, che scandisce un lento e continuo lavorio, un impercettibile cambiamento, o un susseguirsi di incomprensibili andirivieni fini a se stessi, al più destinati a sfinire ogni energia trascinandoti in frustranti vicoli ciechi? Non posso accettare una tale assenza di senso. L'orgoglio bussa e freme; non mi permette di lavorare a testa bassa senza pretesa alcuna di riuscita; scalpita riportando alla mente tutte le rinunce, la fatica, le domande; mi ricorda tutto quello che ho messo in gioco, e sottolinea il nonsenso, l'ingiusto che mal si cela dietro tutta la vicenda. Forse ha anche ragione, ma scopri in fretta quanto poco utile sia crogiolarsi in risentimenti che altro non fanno se non trascinarti in un mondo alternativo per nulla reale, creato da te, che genera solo altra rabbia per quanto strida così tanto con la realtà: il mondo dei se e dei ma, del "sarebbe giusto" e del "sarebbe stato"... Allora pensi di eliminare quest'orgoglio ingannatore; ma vano sarebbe ucciderlo, cedere, buttare tutto adesso sarebbe folle e deleterio. Una disfatta della quale non ho certo bisogno!
Come scampare allora ad una tale umiliazione? Forse con la forza dell'umiltà; povera, che non pretende di capire sempre il senso delle cose fino in fondo prima di accettarle; semplice, che accetta di andare avanti anche senza l'assicurazione della riuscita; serena, che non si sofferma a macinare nervoso quando "non va come voglio io"; fiduciosa, che non conta solo sulle proprie forze; mite, che non tenta di difendersi attaccando con rabbia chi viene ritenuto causa del disagio che sta vivendo (e anche chi si sa bene non centri nulla...).
Forse solo così si può evitare il disastro; indipendentemente dall'esito della battaglia; forse solo così si può davvero arrivare vincitori alla fine di questo round.