domenica 6 luglio 2008

Una via d'uscita?

Una lotta contro il tempo, che sembra non passare mai, eppure ti scorre via tra le mani inesorabilmente, lasciandoti con un nulla di fatto. Quasi ne perdi la cognizione e ti sembra di buttarne via a palate. Tempo perso o tempo speso? Non riesco a decidermi... perchè è così importante per me saperlo? Tempo prezioso forse, che scandisce un lento e continuo lavorio, un impercettibile cambiamento, o un susseguirsi di incomprensibili andirivieni fini a se stessi, al più destinati a sfinire ogni energia trascinandoti in frustranti vicoli ciechi? Non posso accettare una tale assenza di senso. L'orgoglio bussa e freme; non mi permette di lavorare a testa bassa senza pretesa alcuna di riuscita; scalpita riportando alla mente tutte le rinunce, la fatica, le domande; mi ricorda tutto quello che ho messo in gioco, e sottolinea il nonsenso, l'ingiusto che mal si cela dietro tutta la vicenda. Forse ha anche ragione, ma scopri in fretta quanto poco utile sia crogiolarsi in risentimenti che altro non fanno se non trascinarti in un mondo alternativo per nulla reale, creato da te, che genera solo altra rabbia per quanto strida così tanto con la realtà: il mondo dei se e dei ma, del "sarebbe giusto" e del "sarebbe stato"... Allora pensi di eliminare quest'orgoglio ingannatore; ma vano sarebbe ucciderlo, cedere, buttare tutto adesso sarebbe folle e deleterio. Una disfatta della quale non ho certo bisogno!
Come scampare allora ad una tale umiliazione? Forse con la forza dell'umiltà; povera, che non pretende di capire sempre il senso delle cose fino in fondo prima di accettarle; semplice, che accetta di andare avanti anche senza l'assicurazione della riuscita; serena, che non si sofferma a macinare nervoso quando "non va come voglio io"; fiduciosa, che non conta solo sulle proprie forze; mite, che non tenta di difendersi attaccando con rabbia chi viene ritenuto causa del disagio che sta vivendo (e anche chi si sa bene non centri nulla...).
Forse solo così si può evitare il disastro; indipendentemente dall'esito della battaglia; forse solo così si può davvero arrivare vincitori alla fine di questo round.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il tempo ci sfugge continuamente dalle mani o meglio dalla vita... si può tentare di rallentarlo, ma così diventa noioso, quando fugge è perchè ci troviamo immersi in ciò che riempie la nostra storia... il presente è il luogo dove ci giochiamo la partita e deve essere lì l'intensità della nostra vita e siamo noi che gli dobbiamo dare un senso. Si guarda indietro e ci si accorge che non c'è niente da dover buttare perchè se si scarta qualcosa ci accorgiamo che non saremmo più noi stessi... la nostalgia non ci fa vivere bene il presente... è la fuga nel passato!