giovedì 21 giugno 2007

Un vaso di creta

Marco ha detto:
"Ho sempre pensato potesse esserci un tempo per cambiare, ma la realtà è che non si cambia...."

Sono contenta che hai ricominciato a commentare anche su questo blog... finalmente qualche nuova provocazione!
Io credo che ci sia un tempo per cambiare, credo che sia molto lungo ed impegnativo come processo, ma non impossibile!!!
Bisogna decidere per cambiare; spesso non è spontaneo, e credo che già questo punto sia una delle cause del fatto che poca gente che riesce a farlo: generalmente noi andiamo piuttosto bene a noi stessi…
Poi richiede tutta la nostra volontà, tutta la nostra serietà, e tutto il nostro impegno.
Credo che la parola giusta sia perseveranza: mentre ti incammini ti accorgi che il tuo difetto è più grande e radicato di quanto tu pensassi, a questo punto puoi arrenderti e pensare: “cosa ci vuoi fare? Io sono fatto così, non posso cambiare…” oppure iniziare a rimboccarti le maniche e lavorare piano piano, senza sosta; l’immagine che mi viene in mente e che può rendere meglio l’idea di questo cambiamento è il vaso d’argilla!
Bisogna cercare di mantenere sempre noi stessi disponibili al cambiamento; a metterci in discussione, a lavorare su noi stessi; ad essere duttili come la creta umida, continuamente bagnata dall’acqua dell’umiltà. Talvolta capita che qualche vaso si senta pronto, finito e perfetto, e si lasci asciugare. A mano a mano che si indurisce è sempre più difficile per lui modificare la sua forma, fino a quando diventerà completamente secco, arido, e sarà impossibile plasmarlo di nuovo! Potrà capitare che una mano piuttosto rigida e forte, magari una mano amica, cerchi di raddrizzare qualche imperfezione che nota in lui, ma tutto quello che riuscirà ad ottenere, al massimo, sarà la sua rottura o la rottura del loro rapporto… C’è allora da disperare? Neanche per idea, perché quel vaso è secco, ma non cotto! Occorre inumidire di nuovo quella creta, un poco alla volta, con amore, circondandola delicatamente di un panno bagnato perché possa assorbirne acqua e possa così tornare malleabile.
Nessuno di noi è un vaso cotto… la cottura è irreversibile, l’uomo ha sempre la possibilità di cambiare! E già che la metafora mi sembra abbastanza ricca… volevo farti notare che il vaso secco… è quello più fragile… a discapito della sua solida apparenza!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non c'è realtà al mondo che non cambi e l'uomo (così instabile nel suo essere) sarebbe l'unico che non muta? Ognuno di noi può incominciare a smussare gli spigoli della propria vita incominciando dall'ammetterli e trovando quei pagliativi che li rendano meno pungenti... e non è detto che col passare del tempo si migliori... un buon amico è colui che è in grado di favorire il cambiamento con la pazienza del contadino che sa attendere il tempo necessario alla maturazione, che al tempo opportuno zappa il terreno intorno, che da l'acqua senza scarseggiare o esagerare, fa delle potature... ma sa che la crescita è un mistero e qualche volta la pianta cresce anche nel momento in cui la guarda o in quello in cui dorme.

Anonimo ha detto...

Senza dubbio hai ragione Arianna, e anche Tix non se la cava male; cambiare è un po' lo scopo della vita, che altrimenti potrebbe essere solo piatta e uniforme; cambiare nella vita significa mettersi in discussione e spesso non è facile. Tuttavia la soddisfazione di un cambiamento in positivo è senza pari. Io sono d'accordo con voi, e credo anche che la presenza di qualcuno sia non solo utile ma necessaria a favorire un cambiamento, in isolamento non c'è concezione della realtà, ne di cosa sia giusto o sbagliato. Anche se per quanto uno voglia, e non è affatto pessimismo, non credo che si possa davvero cambiare radicalmente una parte consistente del proprio carattere, quella più nascosta, o anche quella più evidente, positiva o sbagliata che sia, altrimenti si cambierebbe radicalmente identità, e sarebbe un po' come mentire a se stessi.